mercoledì 1 maggio 2019

[Le belle sorprese] Getenrou

Poco più di un anno fa, il noto editore bolognese Dynit, fino a quel momento attivo principalmente nel mondo anime home video, sorprese tutti annunciando una nuova collana manga, intitolata Showcase e curata dalla bravissima traduttrice ed esperta del settore Asuka Ozumi (non la ringrazierò mai abbastanza), che avrebbe visto nel corso dei mesi la pubblicazione di opere e autori molto interessanti e fino a quel momento poco considerati, se non ignorati, dagli altri editori per il loro essere di nicchia. Pur con qualche polemica, dovuta principalmente alle caratteristiche fisiche e al rapporto qualità-prezzo delle sue edizioni, tale collana si è guadagnata sin da subito il favore di numerosi appassionati incluso il sottoscritto (possiedo un buon 90% di tutti i volumi pubblicati finora). E se ricordate, ho commentato brevemente alcune delle prime uscite Showcase in questo post.

Ebbene, sono qui per parlarvi di quello che, per i miei gusti da lettore, ritengo ora come ora il miglior manga di questa collana, con buona pace di lavori notevoli come Helter Skelter e L'ultimo volo della farfalla. E' un volume unico, il suo titolo è Getenrou (外天楼, in originale), ed è scritto e disegnato da Masakazu Ishiguro. E' stato pubblicato in patria da Kodansha nel 2011 mentre in Italia è arrivato lo scorso marzo.

Ishiguro (classe 1977) è un autore sfortunato nel nostro paese, in quanto la sua prima opera pubblicata all'epoca da GP Manga, Eppur la città si muove, è attualmente interrotta al 3° volume su 16 totali, e non vi sono ancora piani di ripresa/ristampa da parte di J-Pop Manga, l'editore che ha assorbito GP e il suo catalogo qualche anno fa. Un plauso va dunque a Dynit per aver deciso di portare questo suo nuovo lavoro e far così riscoprire (o scoprire, nel mio caso) un autore molto in gamba e meritevole. Speriamo che questa pubblicazione ci permetta di vedere altre sue opere nel nostro paese.

Ma andiamo al dunque. La storia del manga è ambientata in un setting fantascientifico, ma futuribile e realistico, dalle evidenti reminescenze asimoviane: i robot infatti sono oramai integrati alla perfezione nella società. Getenrou è il nome di un edificio, un condominio per l'esattezza, nelle cui mura sembrano aggirarsi strani individui. In tutto questo, l'ispettrice della polizia Saeko Sakuraba deve indagare su un caso di omicidio che coinvolge due misteriosi fratelli.

Partendo da queste premesse generiche, l'autore costruisce un fanta-thriller da manuale, e lo fa proponendo storie all'apparenza non collegate fra loro, caratterizzate da una struttura tipicamente slice of life e da un umorismo bizzarro e surreale, geniale e mai scontato, cervellotico senza essere pesante (grazie ai dialoghi scorrevoli e concisi), che in più punti mi ha fatto ridere di gusto. Ne è un esempio la detective dalla fervida immaginazione Sakuraba, il personaggio più riuscito e simpatico del manga.

Andando avanti tuttavia Ishiguro sorprende i lettori collegando piano piano tutte queste storie e aumentando la componente drammatica-riflessiva (non sono pochi i dilemmi di natura etica e sociale sollevati dagli sviluppi della trama), fino a farle magistralmente convergere sul finale in un unico filone narrativo, dando una spiegazione a tutto quello lasciato in sospeso e concludendo le vicende in un modo sorprendente e inaspettato, se non addirittura traumatico.

Ci sarebbero molte altre cose da dire su quest'opera ma dovrei fare necessariamente spoiler, e siccome non voglio rovinarvi nulla o costringervi a saltare un intero paragrafo nel caso non abbiate ancora letto il volume preferisco fermarmi qui. Posso solo dirvi, a conclusione di questo commento, che Getenrou è uno dei fumetti più completi che abbia mai letto, poiché in un solo volume (9 capitoli per la precisione) mescola abilmente commedia e dramma, leggerezza e riflessioni, proponendo una storia appassionante e rimanendo fedele ai principi del manga mainstream. Lo stile di disegno dell'autore è infatti semplice, pulito ed efficace, brilla nella caratterizzazione e nelle espressioni dei personaggi, e permette al lettore di concentrarsi su quello che viene narrato senza alcuna distrazione.

L'edizione italiana è la solita Dynit Showcase: grande formato (16,5x24), non necessario per lo stile di disegno minimale; carta con trasparenze più o meno evidenti a seconda di ciò che viene raffigurato, per fortuna mai eccessive; prezzo (16,90 €) in linea con le altre uscite.

Ah per la cronaca, questo volume è stato recensito anche dal mitico Yue Lung, trovate il suo commento a questo link. Se questo post non vi ha ancora pienamente convinto a recuperarlo, o semplicemente vi va di leggere un parere scritto da una persona molto più competente e acculturata del sottoscritto, dategli un'occhiata 😉

9/10