domenica 21 ottobre 2018

[Siamo fatt... ah no, aspetta] Cells at Work!

Cover del terzo volume giapponese
Se come il sottoscritto siete nati nei primi anni '90 o giù di lì, e quindi appartenete di diritto a quella generazione, penso sia quasi impossibile che da bambini non abbiate mai visto almeno un episodio di Siamo fatti così o Esplorando il corpo umano se fate riferimento alla titolazione DeAgostini (anzi magari siete fra quelli che hanno collezionato la serie in  VHS o DVD in una delle sue millemila riproposte in edicola). Massì che ce l'avete presente, vi ricordate quel cartone animato educativo di produzione francese, andato in onda sul finire degli anni '80, dove la struttura e le funzioni del corpo umano erano spiegati attraverso l'antropomorfizzazione delle cellule e di tutti gli altri componenti microscopici del nostro organismo? Esatto, proprio quello lì, che ha ispirato di sicuro un'intera generazione di medici e biologi (nel mio caso non è andata così, ma chi se ne frega direte voi). Ecco, con questo post voglio dirvi che qualche anno fa una giovane mangaka giapponese ha ripreso questa idea e ne ha realizzato un fumetto molto particolare e divertente, del quale vi voglio parlare un po' più in dettaglio.

Ma prima le classiche informazioni di rito. Cells at Work! (はたらく細胞 Hataraku saibō, in originale) è un manga shōnen scritto e disegnato da Akane Shimizu e pubblicato da marzo 2015 sulla rivista giapponese Monthly Shōnen Sirius dell'editore Kōdansha. Tuttora in corso di pubblicazione, è stato annunciato per il mercato italiano al Lucca Comics and Games 2017 dall'editore Star Comics che ha iniziato a pubblicarlo in volumi da marzo 2018. Nel momento in cui scrivo questo post siamo arrivati a quota 4 (su 6 usciti in Giappone) e di questi ho letto i primi tre. Una notevole spinta alla fama dell'opera è stata data dall'adattamento animato in 13 episodi uscito nell'estate del 2018 a cura dello studio David Production (gli stessi de Le bizzarre avventure di JoJo, ndr), e licenziato nel nostro paese dall'editore Yamato Video, che lo ha pubblicato sul suo canale Youtube (Yamato Animation) prima in latecast, poiché l'annuncio è avvenuto dopo l'inizio della trasmissione giapponese, e poi in simulcast fino alla sua conclusione.

Il cast del manga al gran completo ^^
Leggendo la sinossi del manga e guardando qualche vignetta o spezzone dell'anime è impossibile, come dicevo, non farsi venire in mente la storica serie Siamo fatti così: anche qui ci troviamo all'interno del corpo umano, i cui organi e componenti vengono raffigurati come gigantesche metropoli industriali, e ci viene raccontato di come le cellule, tutte antropomorfizzate (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, etc.), ne assicurino quotidianamente i fabbisogni e lo proteggano da malattie e traumi. I paragoni però finiscono qui. Escludendo queste analogie, Cells at Work! è un'opera completamente diversa dal suo "padre spirituale" e non potrebbe essere altrimenti: quello è un cartone educativo indirizzato a un pubblico di bambini, questo invece è uno shōnen manga e quindi fatto apposta per intrattenere un target di adolescenti. Con tutte le caratteristiche, i pregi e i difetti del caso.

Ecco a voi Globulo Bianco!
Cells at Work! è infatti pregno di tutto quello che caratterizza il moderno manga per ragazzi, ed uno dei motivi per cui a mio parere vale la pena leggerlo è scoprire come questi elementi vengono applicati all'originale premessa (almeno per il medium) che sta alla sua base. L'autrice infatti è bravissima a rappresentare le cellule che si vedono nell'opera secondo i canoni dello stile manga contemporaneo, in particolare le caratterizza attraverso espedienti (aspetto, personalità, equipaggiamento etc.) che rispecchiano in tutto e per tutto la loro funzione all'interno del nostro organismo. Esempi: i globuli bianchi sono le forze di polizia deputate come prima linea di difesa contro batteri e organismi estranei, i globuli rossi sono dei corrieri che vanno in giro per il corpo trasportando pacchi contenenti ossigeno ed anidride carbonica, le piastrine sono cellule con l'aspetto di bambini che riparano i danni ai nostri tessuti. Mi fermo qui per non rovinarvi nulla, ma sappiate che da questo punto di vista la serie è semplicemente deliziosa.

L'originalità e la freschezza dell'apparato visivo e del cast di protagonisti compensano alla grande (almeno fino a dove sono arrivato) la ripetitività di fondo della struttura di Cells at Work!, costituita da capitoli isolati che vedono al loro centro, nella maggior parte dei casi, un combattimento fra le cellule e una minaccia esterna o in generale la risoluzione di una situazione critica del nostro organismo. D'altronde, visto l'argomento stesso era improbabile se non impossibile inventarsi una trama orizzontale ^^ Notevole anche l'accuratezza scientifica con la quale i processi fisiologici vengono descritti e adattati all'interno del fumetto, tanto da essersi meritata il plauso di alcuni esperti del settore. Come conseguenza, abbondano le didascalie che spiegano la funzione di questa determinata cellula, lo svolgimento di quel determinato processo, etc. (anche ripetute, per venire incontro alle esigenze del target principale del manga), ma non appesantiscono la lettura e possono essere tranquillamente saltate senza perdere nulla.

Quelli che invece penalizzano davvero l'opera secondo me sono alcuni difetti congeniti legati proprio alla sua natura shōnen, due in particolare: la logorrea dei personaggi, seppur non ai livelli di un qualsiasi manga di Jump, e il comparto grafico spesso confusionario. L'autrice infatti abusa dell'utilizzo di vignette congestionate, strapiene di balloon ed elementi che in molti casi non si riesce a distinguere con chiarezza anche per un utilizzo non proprio sopraffino dei contorni e dei retini (non sono un esperto di disegno ma queste cose oramai le so notare). Resta da vedere infine, come ho anticipato, fino a che punto la serie riuscirà a mantenere questa sua freschezza senza scadere nella noia e nel già visto, mi auguro che l'autrice ed i suoi editori sappiano fermarsi al momento giusto e con un numero di volumi totali non eccessivo.

Per essere un'opera rivolta a un pubblico di ragazzi il sangue è bello abbondante
Passiamo all'anime. Un manga dalla struttura verticale come questo si prestava benissimo ad essere adattato nel medium audio-visivo, e quelli di David Production hanno fatto a mio parere un ottimo lavoro. Se si escludono alcuni tagli e cambiamenti nell'ordine cronologico, non saprei dire se motivati da una particolare scelta, gli episodi altro non sono che la trasposizione 1:1 dei capitoli del fumetto. Il character design è fedelissimo ed in generale il comparto artistico rende giustizia al materiale originale migliorandolo grazie alle animazioni e all'introduzione dei colori, peccato solo che il budget riservato alla realizzazione dell'anime non debba essere stato elevatissimo, lo si nota soprattutto dal riciclo di molte sequenze e dall'utilizzo assiduo di frames statici anche nelle sequenze più concitate. Una lieve nota di demerito va anche al doppiaggio giapponese che, seppur caratterizzato da voci azzeccate, ha il problema di aver reso uno dei protagonisti (l'imbranato Globulo Rosso) più insopportabile di quanto non fosse già su carta ^^' Nel complesso preferisco il manga rispetto all'anime, ma comprendo perfettamente che per molti di voi potrebbe valere l'opposto.

Le piastrine, come si fa a non amarle? 💗
Spero che questa recensione vi abbia messo un minimo di curiosità su Cells at Work!, un manga molto carino e divertente che vi consiglio se quello di cui avete bisogno è un'opera spensierata e leggera, e soprattutto se siete dei nostalgici della vecchia serie Siamo fatti così (al netto delle precisazioni sopra elencate). Concludo la recensione affermando che mi ha fatto molto piacere constatare come l'anime, grazie al simulcast su Youtube (che ritengo assieme a Netflix la miglior piattaforma per la visione di anime in streaming), sia stato visto anche da persone che non seguono abitualmente i prodotti della cultura pop giapponese, ed augurandomi che la Star Comics annunci all'imminente Lucca Comics and Games 2018 gli spin-off del manga perché mi interessano.

Voto al manga: 7,5/10
Voto all'anime: 7/10

6 commenti:

  1. Beh dai, non male allora.
    Anche se le vignette confusionarie un po' mi spaventano, son sincero.
    Fino a che manterrà la freschezza potrebbe comunque essere uno shonen originale, lontano dalle solite cose (o forse con le solite cose viste però sotto una luce particolare, azzarderei geniale).

    Moz-

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    1. Ciao e grazie per aver letto il post e per il commento! :-D

      Eh si dal punto di vista della realizzazione tecnica questo manga è un po' carente, da questo punto di vista l'anime vince su tutta la linea, ma si riesce a leggere senza problemi, ho visto di peggio ;-)

      Esatto, non è uno shonen "originale" nel vero senso della parola perché l'impianto è sempre quello (combattimenti, spiegoni, personaggi sopra le righe,...) ma lo è per via dell'argomento trattato.

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  2. È un'opera che mi incuriosisce (da veterana amante di "Siamo fatti così") ma non penso di investire nel manga... però penso che guarderò volentieri l'anime! :p

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    1. Ciao, mi fa piacere che recupererai anche tu questa serie :-)

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  3. Il titolo mi incuriosisce per l'idea di base e sono contenta che il tuo parere me la confermi come da recuperare! :) Come sai sono un po' impantanata con gli anime e i manga per ora, ma questo me lo segno! Prima pero vorrei vedere quanto lo porteranno avanti perché le storie episodiche ci mettono poco a stancarmi purtroppo :V

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    1. Purtroppo si se allungano troppo questa serie il rischio di un calo della qualità è molto elevato. Speriamo bene...

      Guarda se ti va l'anime lo puoi recuperare a tempo perso, magari un episodio alla sera prima di andare a dormire o cose del genere, perché si tratta di episodi autoconclusivi molto leggeri e non impegnativi :-D

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