domenica 25 marzo 2018

[Flash Review] Che Kuro!

Quello che mi accingo a recensire in questo secondo post breve del mio blog è un manga che mi ha veramente sorpreso e che costituisce una delle novità più interessanti degli ultimi mesi, se non anni, pubblicate sul suolo italico. E che consiglio a tutti gli appassionati di questo medium anche solo per la sua sorprendente originalità, nonché brevità (fate conto che me lo sono letto tutto in un pomeriggio).

Sto parlando di Kuro (termine che in giapponese signfica "nero"), un manga seinen scritto e disegnato da Somatou sulla rivista Tonari no Young Jump di Shueisha. Iniziata nel 2011 e conclusasi nel 2016, l'opera in questione è una miniserie in tre volumi (abbastanza corti, più o meno 120-130 pagine l'uno) recentemente portata in Italia dall'editore J-Pop, quello che in assoluto mi sta dando più soddisfazioni in questi ultimi mesi, dopo essere stata annunciata online lo scorso anno. L'edizione italiana vede i tre volumi del manga pubblicati in formato tascabile 12x17 cm all'interno di un box raccoglitore, molto pratico ed elegante, al prezzo totale di copertina di 20,70 €. Come da tradizione dell'editore, i volumi sono acquistabili anche separatamente al prezzo di 6,90 € ciascuno (che molti potrebbero trovare esagerato ma faccio notare che questo è un manga a colori), e al momento in cui scrivo questo post il terzo deve ancora uscire, si può trovare solo all'interno del box.

La trama iniziale di Kuro è molto semplice e lineare, e ci parla di questa ragazzina di nome Coco che vive da sola all'interno di una sconfinata magione assieme al suo gatto nero Kuro (che fantasia), occupandosi dei doveri quotidiani, tra cui le spese in città e lo studio assieme a una maestra che si reca regolarmente presso la sua dimora, e divertendosi con il suo animale domestico. Se la cosa vi sembra abbastanza normale, beh sappiate che... nulla, non voglio anticiparvi assolutamente alcun dettaglio di quelli che sono la vera trama ed il vero mondo di Kuro perché non voglio rovinarvi il godimento, a tale scopo anche le immagini di anteprima in questo post sono poche come potete notare (due, esclusa la copertina del primo volume) e senza alcuno spoiler. Posso solo dirvi che già dopo qualche capitolo emergono in maniera evidente tutte le peculiarità del setting e l'originalità di molte soluzioni adottate dall'autore (o autrice, non si sa con certezza) nel raccontare quella che sostanzialmente è una bellissima favola gotica sul tema dell'amicizia, sia fra persona e animale che fra persona e persona.

L'originalità di cui parlo si ha sia a livello di contenuto che a livello di forma, ed è sicuramente la seconda che salta subito all'occhio non appena si prende in mano un volume. Come ho già anticipato, le pagine di Kuro possiedono una caratteristica che non si vede spesso nei fumetti giapponesi: sono a colori. O meglio, i primi due volumi sono metà a colori e metà in bianco e nero, il terzo addirittura 3/4 a colori e il resto in B/N. Il motivo di questa singolare suddivisione è legato, da quel che ho capito a lettura terminata (non so se vi siano dei motivi più profondi), al fatto che le pagine a colori costituiscono la storia principale, quelli in bianco e nero invece sono dei capitoli extra, slegati dal filone centrale, che però tanto "extra" non sono in quanto contengono rivelazioni importanti sul passato di molti personaggi e su molti aspetti del mondo di Kuro. Un'altra peculiarità delle parti a colori è la loro organizzazione: i capitoli infatti sono le pagine stesse, nel senso che ogni pagina a colori costituisce un'unità a se stante che ha senso compiuto e che può essere letta indipendentemente da quella precedente e quella successiva, anche qualora dovesse essere legata ad esse per motivi di storia. Mi rendo conto che è un aspetto molto difficile da spiegare a parole e che potrebbe lasciare basiti tutti quelli che mi stanno leggendo e che sono abituati a qualcosa di più "classico", l'unica cosa che posso dirvi è: provate per credere, prendete in mano un volume e capirete subito quello di cui sto parlando. E' un'altra caratteristica che rende Kuro molto affascinante, e che denota una notevole maestria e conoscenza del medium fumettistico.

L'utilizzo dei colori è senza alcun dubbio uno dei pregi più evidenti del lato artistico dell'opera, e faccio notare che si tratta di disegni concepiti appositamente in questo modo, ovvero che non siamo in uno di quei casi in cui le tavole sono state pubblicate originariamente in bianco e nero con i colori aggiunti a posteriori (cosa che va fin troppo di moda negli ultimi anni, vedi le edizioni full color di Naruto e Dragon Ball). Il risultato è che questi si integrano alla perfezione con tutto il resto. Trattandosi poi di colori molto caldi e non troppo accesi, essi contribuiscono splendidamente alla costruzione dell'atmosfera surreale, eterea, accogliente ed inquietante al tempo stesso della storia. Conclude il tutto il tratto molto pulito, preciso e delicato dell'autore/autrice che spazia abilmente fra ragazze, adulti, raccapriccianti abomini e soprattutto ambientazioni molto dettagliate. Le prime potrebbero apparire a prima vista un ostacolo per chi non sopporta il character design di stampo loli/puccioso dato che questa serie ne fa un uso abbondante, ma è una falsa impressione che bisogna superare in quanto l'innocenza dei personaggi più giovani stride "meravigliosamente" con il lato più angosciante e onirico dell'opera. C'è qualche ingenuità, es. una delle amiche di Coco (la tipa bionda nell'immagine a colori sopra, ndr) che ha solo due anni in più di lei e sembra già un'adulta, ma si tratta davvero del pelo nell'uovo.

Per quanto riguarda trama e personaggi come ho già anticipato vorrei cercare di dirvi il meno possibile, perché qualsiasi dettaglio, anche il più insignificante, rovinerebbe la lettura di quest'opera sorprendente e che rivela piano piano, pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta, tutti i suoi punti di forza ed il suo approccio molto originale ad una storia che di base potrebbe apparire la solita minestra riscaldata. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e ci si affeziona immediatamente a loro, non solo alla dolce Coco e al simpatico Kuro ma anche a tutti gli altri comprimari, e la cosa assume maggiore rilievo se pensate che questo avviene con un utilizzo dei dialoghi molto ridotto. Anzi, per evidenziare maggiormente la cosa, vi dico che secondo me Kuro poteva avere zero dialoghi e sarebbe stato comprensibile e coinvolgente allo stesso modo!

Il finale dell'opera è una delle cose che ho maggiormente apprezzato e, al netto di qualche spiegazione/vignetta che non ho compreso benissimo (ma magari è colpa mia che ho letto il manga tutto d'un fiato, senza avere il tempo di metabolizzare alcuni passaggi), dà all'opera una conclusione soddisfacente e soprattutto coerente con quelle che sono le sue basi, ovvero quelle di una favola in tutto e per tutto (e mi fermo qui perché ho già detto troppo).

In definitiva, questa miniserie è stata proprio una bella sopresa, un manga che non mi pento di aver acquistato a scatola chiusa (anche se non è proprio così, avevo già sentito molti pareri favorevoli a riguardo) e di aver letto senza alcun pregiudizio o informazione pregressa, cosa che raccomando di fare a tutti quelli che spero di aver convinto con questo post ad approcciarsi all'opera. Chi possiede/ha posseduto un gatto come animale domestico poi è praticamente obbligato a leggerla, a mio modesto parere ^_^

Voto: 8/10