martedì 25 dicembre 2018

[E i marò?] La Torre Fantasma

Copertina del primo volume italiano.
Salve a tutti passeggeri della nave del vostro Ammiraglio! Se siete arrivati a leggere queste righe e avete capito il significato del tag nel titolo del post beh, vi faccio i complimenti ma anche le condoglianze, perché quasi sicuramente significa che, come il sottoscritto, anche la vostra testa non è così a posto per capire una battuta del genere XD

Ehm... tornando seri, oggi finalmente riesco a parlarvi (in extremis visto che siamo a fine anno) di un manga molto particolare e stravagante, con alcuni difetti ma meritevole di lettura, anticipato al termine del precedente post su I Fiori del Male di Shūzō Oshimi oramai quattro mesi fa. Mi riferisco a La Torre Fantasma di Tarō Nogizaka. Adattamento italiano del titolo originale 幽麗塔 (Yūreitō), La Torre Fantasma è un seinen manga scritto e disegnato dall'autore sulla rivista Big Comic Superior dell'editore giapponese Shogakukan dal 2010 al 2014, e raccolto in 9 volumi tankōbon. Il manga è stato annunciato per il mercato italiano dall'editore Planet Manga che ha pubblicato i nove volumi a cadenza bimestrale in un'edizione da edicola senza infamia e senza lode (prezzo 4,50 € cadauno) da marzo 2016 a luglio 2017.

Ecco a voi Tetsuo!
Chi è Tarō Nogizaka? Come accade oramai per molti autori e autrici giapponesi, non si riescono a trovare molte informazioni in rete su di lui, personalmente sono riuscito a recuperare solo una sua foto (neanche troppo definita) e la sua data di nascita, nell'anno 1968 a Nanao, prefettura di Ishikawa. Il suo debutto nel mondo dei manga avviene nel 2002 con i disegni di Team Medical Dragon (su testi di Akira Nagai), un'opera molto interessante sulle mancanze e le inefficienze del sistema sanitario giapponese che purtroppo nel nostro paese non ha avuto fortuna, in quanto interrotta dall'editore Planeta DeAgostini al 4° volume (su 25 totali) oramai molti anni fa. Qualora un altro editore nostrano, magari proprio la Planet, dovesse riprendere a pubblicarla in futuro la recupererei al volo! Sempre l'etichetta manga del marchio Panini Comics ha iniziato a pubblicare proprio di recente anche l'ultima opera conclusa in patria dell'autore, Gideon of the 3rd, ambientata all'epoca della rivoluzione francese, di cui ho già comprato, letto ed apprezzato i primi due volumi. Tarō Nogizaka è entrato di diritto fra i miei autori manga preferiti, per motivi che vi saranno chiari andando avanti nella lettura di questo post, e ho deciso che comprerò ad occhi chiusi qualsiasi sua opera dovessero portare in Italia nei prossimi anni.

Chi sarà mai il tizio con la maschera ed il coltello?
Ma torniamo a La Torre Fantasma. La genesi, o meglio le ispirazioni di quest'opera sono alquanto particolari e meritano un breve cenno. Tutti i volumi dell'edizione italiana recitano sulla copertina, nel riquadro nel titolo, la scritta Tratto da La Torre Fantasma di Ruiko Kuroiwa. Documentandomi un po', ho scoperto che questo Ruiko Kuroiwa è stato un giornalista e scrittore giapponese che nel 1901 ha tradotto e adattato il romanzo mystery A Woman in Grey (1898) della scrittrice anglo-americana Alice Muriel Williamson proprio con il titolo Yūrei tō. Tale opera riceverà un altro adattamento in lingua giapponese nel 1937 da Ranpo Edogawa, noto scrittore e critico a cui si attribuisce la nascita della letteratura mystery/investigativa nipponica.

Le premesse della trama de La Torre Fantasma sono molto semplici, quasi basilari per il genere. Siamo a Kobe nel 1954, in piena epoca Shōwa. Taichi Amano è un giovane solitario, squattrinato e di poche speranze che si diletta a sperperare i suoi miseri guadagni in riviste Kasutori (pubblicazioni dedicate a temi grotteschi ed erotici che andavano in voga nel periodo, ndr). Un giorno riceve un'offerta da parte di Tetsuo, un giovane misterioso e di bell'aspetto, che lo vuole come partner nella ricerca di un ricchissimo tesoro che si dice essere nascosto nella torre dell'orologio della città, soprannominata "La Torre Fantasma" in quanto luogo di un brutale assassinio avvenuto qualche anno prima. Amano, allettato dalle prospettive di ricchezza ma anche costretto da un incendio "improvviso" che lo priva dell'appartamento dove si trovava in affitto, accetta e parte così l'avventura dei due protagonisti alla ricerca di questo tesoro, che si rivelerà tutto tranne che priva di ostacoli ed imprevisti, perché i due giovani non sono gli unici interessati. L'inquietante Marube, pubblico ministero e nuovo proprietario dell'edificio della torre, e la stessa polizia sembrano aver preso di mira il bottino e le loro mosse generano ben più di qualche sospetto.

La torre dell'orologio di Kobe.
Seguendo questo incipit, nel primo volume l'autore è veramente bravo a introdurre il lettore nell'atmosfera del periodo (ben riprodotto a livello grafico) e a presentargli la storia e i personaggi, assieme ovviamente ai numerosi e accattivanti misteri. Già dal secondo volume iniziano però le particolarità di questa serie. Cercando di limitare al minimo gli spoiler, in alcuni volumi de La Torre Fantasma Tarō Nogizaka sembra quasi "dimenticarsi" della trama principale e getta i due protagonisti in alcune storie a tutti gli effetti filler, che aggiungono poco o nulla alla risoluzione del mistero della torre e sono collegate solo alla lontana con esso. Molti di voi penseranno che ciò vada a scapito di quest'ultimo, ma sono qui a smentirvi perché per quanto mi riguarda queste storie secondarie oltre ad essere ben scritte e interessanti servono a portare avanti la caratterizzazione del rapporto fra Tetsuo, Amano ed il cast di contorno. Inoltre l'autore non si dimentica per nulla della trama principale ed anzi la sviluppa molto bene, in maniera appassionante e con molti plot twist inaspettati. Il suo apice è collocato nei volumi 6-8 che sono i più adrenalinici e scorrevoli, grazie anche all'introduzione di elementi survival. Non è esente da difetti e forzature, ma per quanto riguarda il capitolo storia La Torre Fantasma è promosso a pieni voti.

L'espressività dei personaggi è ottima.
Quello che rende veramente particolare la trama di quest'opera, e la differenzia dagli altri esponenti del genere, è l'approfondimento di un tema alquanto inaspettato: la sessualità. Anche qui vorrei dirvi parecchie cose, ma analizzare nel dettaglio l'argomento significherebbe dover per forza fare spoiler e questo andrebbe a discapito del vostro godimento della serie. Mi limito quindi a rivelarvi che molti personaggi de La Torre Fantasma presentano un lato "queer" (termine che significa bizzarro, eccentrico ndr) che verrà a galla durante gli eventi della trama, spesso fungendo anche da motore per quelli successivi. Le tematiche ed i sentimenti che vengono affrontati sono davvero delicati e per nulla banali e l'autore riesce a presentarli in una maniera che ho trovato a dir poco azzeccata, con una morbosità mai eccessiva, amalgamandoli perfettamente nella storia, perché il rischio di cadere nella spazzatura e nei facili sentimentalismi era molto elevato. Questo manga diventa infatti un vero e proprio inno alla diversità ed una coinvolgente analisi del tema dell'identità sessuale innestati nella struttura portante di un action-mystery in piena regola. Non tutti potrebbero apprezzare questo lato più stravagante della serie, trovandolo addirittura  fuori luogo e repellente, e posso anche capirlo, ma a mio parere si tratta di una delle caratteristiche che rende quest'opera meritevole di essere scoperta e letta.

Imparerete ad amare questo trio!
I personaggi sono un altro aspetto riuscitissimo del manga, perché nessuno di loro nel corso della storia si rivela essere per quello che appare inizialmente. Non solo: quasi tutti, anche i più insospettabili, possiedono un lato "marcio" del loro carattere (aspetto che, come sapete, adoro tantissimo se ben approfondito) che verrà a galla più volte nel corso della storia, sia volontariamente che involontariamente perché costretti dalla piega che prendono gli eventi. La coppia di protagonisti, Amano e Tetsuo, è a mio parere una delle più riuscite che abbia mai incontrato in un manga: i loro scambi di battute sono appassionanti e ben scritti, la loro caratterizzazione è complementare (ma non senza qualche sorpresa) ed è molto facile arrivare a provare empatia nei loro confronti e a tifare per la loro vittoria durante la ricerca del tesoro. Amano è molto di più del giovanotto ingenuo e facilmente manipolabile che potrebbe sembrare nei primi capitoli, mentre Tetsuo è un personaggio molto enigmatico e affascinante, che riserverà molte sorprese e che diventa a tutti gli effetti il vero punto di forza di questa serie. Ma anche il cast dei personaggi di contorno è molto vario e sfaccettato: degni di menzione sono il detective Yamashina e il pubblico ministero Marube, in molti punti quasi co-protagonisti, con il secondo che è tutto fuorché un villain banale e stereotipato.

Bell'illustrazione, ma si nota troppo la CG.
Anche lo stile di disegno di Tarō Nogizaka è una nota distintiva del manga. Particolare e immediatamente riconoscibile, abbastanza lontano dal canone tipico del manga moderno, con un utilizzo massiccio dei retini e dei chiaro-scuri (mantenuto anche in Gideon of the 3rd) che rende molto dark le sue tavole, e con un numero di vignette per pagina superiore alla media, si adatta benissimo all'atmosfera mystery e all'ambientazione storica della serie, come ho già detto riprodotta con molta cura e dovizia di particolari. Il character design dei personaggi li rende perfettamente distinguibili ed espressivi, anche se spesso (soprattutto nei primi volumi) la qualità di alcuni volti non è proprio la migliore possibile e stona parecchio con quella di altri meglio rappresentati. Altre due cose che non ho apprezzato del tutto sono l'utilizzo di sfondi in CG abbastanza evidenti (per esempio con gli ingranaggi e i meccanismi della torre dell'orologio) ma per fortuna ridotti, e una certa artificiosità in alcune illustrazioni (tipo quelle a inizio capitolo) dovuta ai riflessi di luce e alle forme rotondeggianti, che fa sembrare i personaggi delle bambole.

Insomma, con questo (al solito) lungo post spero di avervi dato una bella panoramica su questo titolo e di aver riassunto al meglio i suoi pregi e soprattutto i suoi difetti, che potrebbero allontanare molti potenziali lettori anche interessati al genere, ma che almeno nel mio caso non gli hanno impedito di fargli occupare un posto d'onore fra i miei seinen preferiti degli ultimi anni, e a farmi scoprire un autore interessante e molto in gamba di cui terrò d'occhio ogni nuova opera d'ora in avanti. Anche perché, come avete capito, molti di questi potenziali difetti come il lato più queer di storia e personaggi li reputo a tutti gli effetti delle caratteristiche.

Attendo con ansia il seguito dell'opera, Girone Fantasma ... ... ... ok adesso la smetto per davvero XD

Voto: 8/10



P.S:
La Torre Fantasma è stato recensito anche dalla mia amica blogger Hana Hanabi, qui trovate il link al suo post. Se vi interessa il punto di vista di una vera appassionata di romanzi gialli e letteratura mystery dategli un'occhiata 😃


P.P.S:
alcuni di voi avranno notato che negli ultimi due post (incluso questo) non ho messo in fondo l'anteprima del contenuto di quello successivo. Non si tratta di una doppia dimenticanza, ma di una cosa voluta dal sottoscritto, che ha deciso di abolire questa consuetudine in quanto si è rivelata più limitante del previsto. A causa dell'elevato numero di opere che leggo/seguo spesso mi ritrovo a voler parlare di qualcosa che inizialmente non avevo previsto, ed aggiungendo a questo fattore anche il tempo sempre più limitato che riesco a dedicare al blog, ho deciso che d'ora in avanti non seguirò più nessuna programmazione, gli argomenti scelti non saranno più anticipati in alcun modo ed i relativi post con la recensione saranno pubblicati solo quando saranno pronti. Inoltre nel 2019 i miei post saranno in media più corti e scorrevoli, e per questo più numerosi. Come molti di voi avranno notato faccio abbastanza fatica a non parlare nella maniera più completa possibile di un'opera che ho apprezzato, perché cerco sempre di analizzarla in ogni suo parametro (storia, personaggi, temi, disegni, etc.). Ma dopo averci pensato bene ho deciso che forse è meglio dare la priorità al numero di opere di cui parlare piuttosto che sulla loro trattazione. Aspettatevi comunque qualche post mediamente lungo, e ambizioso, dove cercherò di approfondire alcuni autori manga che mi stanno particolarmente "a cuore" (le virgolette sono volute ahahah). Qui si che vi anticipo due nomi: Naoki Urasawa e Kazuo Kamimura 😎

2 commenti:

  1. Come ti dicevo, questo manga mi attira da un po' (anche se ricordavo fosse ambiebtsto in Inghilterra, LOL!) ed è proprio la componente queer a incuriosirmi, visto che apprezzo quando gli autori riescono a inserire certi elementi al di fuori dei classici "ghetti" a loro dedicati (e che spesso sono troppo inficiati da stereotipi). Non sempre la cosa riesce, ma quando ci sono buone intenzioni si vede e se ne apprezza il tentativo :)
    Tutto sommato apprezzo anche che ci siano delle storie collaterali, perché il giallo "puro" magari tendo a non rileggerlo perché ruota tutto intorno a trovare l'assassino e, una volta tisolto il mistero, c'è poco altro a cui potrei fare caso (salvo eccezioni), mentre con l'aggiunta di altri elementi, la (ri)lettura si può fare piú sfaccettata.

    L'illustrazione con gli ingranaggi me ne ricorda alcune di Marie e Genkaku Picasso di Furuya (ma quelle sono senza CG) e devo dire che un po' il tratto di questo autore mi ricorda quello di Furuya (che in genere mi piace). Magari mi sbaglio, dato che ho visto poco, ma mi ha dato questa sendazione a un primo sguardo. ^^

    Circa il p.s. penso sia una buona idea non dire prima di cosa vuoi parlare perché capita sempre il "capriccio" momentaneo e si vuole cambiare argomento. Il blog è uno spazio tuo quindi non c'è niente di male se cambi di punto in bianco, ma magari si puopuo generare confusione, quindi meglio evitare :)

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    1. Grazie come sempre per la lettura e per il commento! ^_^

      Interessante la tua riflessione sul discorso rilettura, in effetti è il tipico tallone d'Achille delle opere di narrativa gialle. Qui tale componente in alcuni momenti è addirittura in secondo piano, e come avrai potuto notare non c'è niente (o quasi) di stereotipato in questo manga, e questo è grande punto a suo favore per quanto mi riguarda.

      In effetti lo stile dell'autore ricorda anche a me un po' Furuya, forse un pelo più dark (anche se del secondo ho letto poche opere quindi magari sparo una cavolata) e più commerciale però.

      Riguardo all'ultimo punto, se ti ricordi il discorso "spoiler del prossimo argomento" l'avevo adottato all'apertura del blog come sotterfugio per costringermi ad essere un minimo costante, della serie "almeno su quell'opera prima o poi dovrò scrivere qualcosa". Ma adesso che bene o male sono riuscito a portare avanti il blog con la media di un post al mese non è più necessario, e la sua abolizione mi lascia più libertà ;-)

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